Il ritorno di Zlatan Ibrahimovic al Milan rende felici i tifosi, ma bisognerà stare attenti alle “ombre” che l’ingombrante figura dello svedese può generare.
Zlatan Ibrahimovic e il Milan lontani proprio non sanno stare. L’uno ha bisogno dell’altro per brillare, perciò è avvenuto il terzo ritorno dello svedese alla Casa Madre. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, dando l’addio al calcio proprio indossando la casacca rossonera, a 42 anni il campione si rimette in gioco rivestendo un nuovo ruolo. Mesi di avvicinamento e messaggi d’amore hanno trovato riscontro nella realtà. Ibra è stato vicino al club nei momenti di difficoltà in termini di risultati sportivi e questo atteggiamento l’ha premiato con un impiego ritagliato su misura.
Lo svedese è il nuovo senior advisor in RedBird, società proprietaria del Milan. Lavorerà in merito alle attività di coordinamento fra la proprietà e la squadra, avendo un ruolo attivo sia nelle operazioni sportive che in quelle commerciali. Recita così l’annuncio del suo ritorno, lasciando intendere che avrà voce in capitolo in molte faccende del club e probabilmente sarà una sorta di consulente della dirigenza, nella misura in cui la sua opinione sarà sicuramente non vincolante ma influente.
Un ruolo ibrido che potrebbe apportare molto, ma al contempo va misurato affinché non interferisca col lavoro di altri, in particolare modo con quello dell’allenatore Stefano Pioli. È questa l’opinione di Stefano Mauri a ‘TVPlay’, durante la trasmissione ‘Gol di Tacco’.
L’ex centrocampista della Lazio è intervenuto in diretta su Twitch, affermando: “Il Milan ha fatto bene a riportare Ibrahimovic come figura da collante fra squadra e società”. La sua presenza in qualche modo riprenderà anche l’atteggiamento di vicinanza alla squadra che fino allo scorso anno aveva avuto figure quali Maldini e Massara, capaci di “annusare eventuali problemi che potevano sorgere a Milanello“. Ibrahimovic ha senza dubbio personalità da vendere, ma – secondo Mauri – non un ruolo semplice: “Dovrà entrare nello spogliatoio in punta di piedi, deve stare attento a non superare il limite che è poi lo spazio di manovra di Pioli”.
“La scelta di Cardinale è una sorta di ammissione di colpa”, secondo l’ex giocatore. Lo dimostra il periodo di difficoltà del Milan in questo inizio di stagione, con il cammino in Champions League gravemente compromesso a meno di un miracolo a Newcastle, mentre per lo scudetto – conclude Mauri – “non c’è più niente da fare. Solo la Juventus può reggere il passo dell’Inter”.
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