Critiche pesanti per l’ex numero due del mondo, che in questa stagione avrebbe deluso le aspettative anche per “colpa” di Rafa Nadal
Tutto pronto per il ritorno in campo di Rafa Nadal, che non gioca un match ufficiale dal 18 gennaio scorso. Allora si giocava il secondo turno contro McDonald agli Australian Open per difendere il titolo conquistato l’anno prima, ma ciò gli è stato impedito da un infortunio al muscolo psoas che lo ha poi tenuto fuori dal circuito per l’intera stagione.
Recuperare da questo problema fisico è stato molto difficile per il maiorchino, che soltanto da poco è tornato ad allenarsi intensamente per preparare il suo rientro nel circuito. All’inizio di quest’anno, Rafa arrivava a Melbourne dopo aver trascorso diversi giorni in Sud America (a fine dicembre 2022) per una serie di match esibizione con Casper Ruud.
Il norvegese ci teneva tanto all’impegno dato al suo beniamino, ma poi non è riuscito ad esprimersi ad alti livelli nell’arco della stagione. Ora, se per Nadal è difficile dare la colpa dell’infortunio a questa tournée, dall’altro c’è chi sostiene che l’annata negativa di Ruud sia proprio da ricollegarsi a quelle partite che non gli hanno permesso di iniziare il 2023 in ottima forma.
Casper Ruud, che attacco: non avrebbe dovuto farlo
È questa l’opinione dell’ex tennista australiana Rennae Stubbs, la quale attribuisce la colpa del suo calo proprio ai match esibizione svolti in America Latina con lo spagnolo. “Ciò che ha fatto Ruud lo ha davvero incasinato – riporta Tennisworlditalia.com –. Mi riferisco all’anno scorso, quando ha insistito per giocare questi match esibizione con Nadal, che è il suo idolo, anche se probabilmente è stato pagato milioni per fare questo“.
Per Stubbs, quindi, Ruud “avrebbe dovuto scegliere meglio il suo programma“, imparando un po’ anche da Djokovic che sta riuscendo ad allungarsi la carriera pur rimanendo al top grazie ad una programmazione ai limiti della perfezione. “Credo che sia anche per questo che Novak sia riuscito a dominare negli ultimi anni” ha aggiunto l’ex giocatrice.
I risultati dell’attuale numero 11 del ranking Atp, d’altronde, parlano chiaro: 37 vittorie a fronte di 23 sconfitte (molte delle quali giunte contro avversari molto meno quotati di lui), un solo titolo vinto (Atp 250 di Estoril) ad aprile, una semifinale agli Internazionali di Roma e una finale del Roland Garros persa nettamente contro Djokovic. Per il resto, poco e nulla.
Le sue prestazioni sono parse sottotono sin da subito, con l’eliminazione al primo turno all’Open di Auckland contro Djere e al secondo turno dell’Australian Open contro Jenson Brooksby. Certo, non i risultati che ci si aspetterebbe da uno che era riuscito ad entrare in pianta stabile tra i primi dieci della classifica mondiale, nonché a diventare tre volte finalista Slam ed ex numero due del mondo.